Il problema di contrastare e contenere il virus Covid 19 negli ambienti delle residenze sanitarie assistenziali (Rsa) è al centro dell’attenzione della Cabina di regia biellese costituitasi il 16 aprile a Biella su invito del presidente della Provincia Gianluca Foglia Barbisin per dare attuazione al protocollo d’intesa fra Unità di crisi della Regione Piemonte, Prefettura di Torino (anche per le altre Prefetture piemontesi), Città Metropolitana di Torino e Province del Piemonte.
Ne fanno parte Provincia, Prefettura, Asl Biella e Asl Vercelli, organizzazioni sindacali e datoriali, l'Ordine delle Professioni infermieristiche, l'Ordine dei Medici, oltre al rappresentante degli enti gestori, delle associazioni case di riposo del biellese e le associazioni dei parenti e familiari.
La Cabina si è riunita in videoconferenza e continuerà a farlo periodicamente. Già dal primo incontro sono state evidenziate specifiche problematiche che in parte risultano gestibili con un’attività di cooperazione del tavolo ed in parte presuppongono l’intervento dell’Unità di Crisi regionale. Tra queste: fornitura tempestiva di una quantità adeguata di dispositivi di protezione individuale (dpi) al personale che opera all’interno delle strutture e necessità di rafforzare la formazione del personale addetto per affrontare la fase emergenziale; effettuazione di tamponi a pazienti ed operatori in caso di positività di un ospite o di presenza di ospiti sintomatici; standardizzazione delle procedure per la trattazione delle criticità nelle strutture; adozione di protocolli specifici per i pazienti con disabilità. Tuttavia, la situazione che emerge dagli interventi fotografa una situazione che si traduce in azioni operative e concrete messe a punto dal "Sistema biellese": il Tavolo istituito e coordinato dalla Prefettura per l'individuazione delle strutture abitative/residenziali preposte all'accoglienza dei pazienti "post covid19", che necessitano ancora di assistenza sanitaria, un piano di tamponi programmato, già avviato per le situazioni critiche, da effettuare nelle strutture, e, non ultimo, il grande impegno degli operatori, del personale infermieristico, medico e sanitario in genere, oltre che del volontariato qualificato, che dà sostegno agli ospiti e pazienti fragili o malati. In particolare, la richiesta di fornitura di dpi da assegnare ad infermieri e operatori sociosanitari all’interno delle strutture è stata considerata la priorità assoluta, data l’insufficienza delle dotazioni sin qui messe a disposizione, e la difficoltà a reperirle, oltre alla primaria necessità di attuare adeguata formazione professionale, considerato che il personale, attualmente, è preparato ad affrontare tutt’altro tipo di azioni sanitarie. Pertanto, la richiesta che la Cabina di regia avanzerà all’Unità di Crisi regionale è quella di destinare prioritariamente la fornitura dei dispositivi di sicurezza al sistema delle strutture assistenziali e socio sanitarie, così come già avviene per il sistema sanitario propriamente inteso, anche perché è stata evidenziata una carenza di risorse nei bilanci delle strutture che, fin da ora si prevede, faranno fatica ad affrontare una fase post covid, oltre alla diffusione di corsi di formazione.